
Uno dei cardini più importanti del progetto TartaRescue è l’utilizzo dei canali social come strumento di raccolta dati a fini scientifici. Attraverso la rete di divulgazione costruita negli anni, in particolare grazie a TartaGuida, riusciamo oggi a raggiungere non solo migliaia di appassionati, ma anche tecnici del settore, operatori zoologici e talvolta persino autorità competenti.
Ed è proprio grazie a questa visibilità che abbiamo potuto effettuato una scoperta inaspettata: la presenza della Pelodiscus variegatus nel Lago di Bracciano, a nord di Roma.
Pelodiscus variegatus nel lago di bracciano: esemplari ritrovati
La segnalazione è arrivata da una persona che, durante una passeggiata sulle rive del lago, ha rinvenuto un piccolo esemplare di Pelodiscus variegatus. L’animale, che abbiamo soprannominato Slime, è ora ospitato presso il TartaRescue di Milano.
Successivamente, grazie alle indagini condotte e alla collaborazione con le autorità, è stato possibile confermare la presenza di altri individui adulti già raccolti in passato. Da quel momento, abbiamo avviato una campagna di divulgazione e raccolta dati invitando la popolazione locale a segnalare eventuali nuovi ritrovamenti di esemplari o di neonati lungo le spiagge del lago.

Tartarughe dal guscio molle invasive: il fenomeno nel lago di Bracciano
Le segnalazioni ricevute sono state numerose, tanto da permetterci di compilare un vero e proprio database di ritrovamenti.
La presenza di questa specie in Italia è estremamente insolita: la Pelodiscus variegatus è stata importata in Europa solo una volta, in quantità limitate, da alcuni importatori del settore pet.
È importante non confonderla con la Pelodiscus sinensis, la più comune “tartaruga dal guscio molle” spesso presente nel commercio di animali d’affezione. Alcuni ricorderanno Nessy, una P. sinensis che avevamo ospitato e riabilitato a Milano, prima ancora della nascita del TartaRescue, su affido della CITES.

Pelodiscus in Italia: una specie potenzialmente pericolosa
La principale preoccupazione emersa è la riproduzione spontanea della specie nel lago. Gli individui neonati sembrano riuscire a sopravvivere e crescere, approfittando dell’assenza di predatori naturali.
Gli esemplari adulti di Pelodiscus variegatus possono raggiungere dimensioni considerevoli e sviluppare un comportamento aggressivo, arrivando in alcuni casi a mordere altri animali o perfino l’uomo.
Nel nostro progetto, i vari esemplari ospitati sono stati simbolicamente battezzati con nomi di “mostri marini”, a rappresentare la forza e la pericolosità di questa specie fuori dal proprio habitat naturale.

Come P. variegatus incide negativamente sulla biodiversità del lago di Bracciano
Il Lago di Bracciano rappresenta un ecosistema unico in Italia, con una fauna autoctona particolarmente delicata. L’introduzione di una specie opportunista come la Pelodiscus variegatus può avere effetti devastanti:
- predazione su specie native di pesci, anfibi e invertebrati;
- alterazione della catena trofica;
- riduzione della biodiversità complessiva.
Collaborazioni e prospettive per la gestione della crisi ambientale
Attualmente, in vista del letargo invernale, stiamo proseguendo nella raccolta e catalogazione delle segnalazioni. Gli esemplari eventualmente prelevati vengono messi in sicurezza presso il TartaRescue o strutture partner, e parallelamente stiamo elaborando un piano di intervento condiviso con enti zoologici e autorità locali.
Il nostro obiettivo è gestire questa crisi in modo scientifico, legale ed etico.
Non cerchiamo protagonismo o visibilità: vogliamo semplicemente tutelare la fauna autoctona e impedire che la Pelodiscus variegatus diventi una specie invasiva, con conseguenze ecologiche e normative irreversibili.

Come partecipare all’iniziativa e perché è importante?
Nei prossimi mesi pubblicheremo, su TartaRescue e TartaGuida, aggiornamenti e iniziative legate al progetto. Stiamo inoltre valutando la possibilità di coinvolgere volontari e futuri adottanti per gli esemplari prelevati, nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Purtroppo, al momento non esiste una legge che regolamenti la raccolta di specie alloctone potenzialmente invasive, quindi sarà necessario un confronto con gli enti competenti per definire un protocollo autorizzato.
Invitiamo tutti a rimanere aggiornati: il caso Pelodiscus nel Lago di Bracciano è solo all’inizio, e la collaborazione tra cittadini, associazioni e istituzioni potrà fare la differenza.